25 settembre • Memoria del grande terremoto di Costantinopoli e del miracolo del TRISAGHION.
Sotto il regno dell’imperatore Teodosio il Giovane (486), il nostro Dio pieno di bontà e ricco in misericordia volle avvertire il popolo cristiano di tenersi pronto per il Grande Giorno in cui i morti sarebbero resuscitati, i cieli e la terra sarebbero cambiati in una forma nuova ed in cui tutti gli uomini sarebbero comparsi per essere giudicati sulla dirittura della loro fede e la purezza della loro vita. Il Signore fece allora tremare la terra in maniera notevole per più giorni. Presi dalla paura, l’imperatore, il patriarca e tutto il popolo di Costantinopoli uscirono dalla città e indirizzarono a Dio delle preghiere per la loro salvezza. A quell’epoca, si spandeva un po’ dappertutto l’eresia thèopaschita: una variante del monofisismo sparso dal patriarca usurpatore di Antiochia Pietro Foulon (464-490). Essa consisteva nell’aggiungere all’inno del Trisaghion cantato nella Liturgia, la formula: << che fu crocifisso per noi >> insinuando così che è Dio << tre volte santo >> stesso che ha sofferto sulla Croce. Poiché la folla intonava questo inno: << Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale … >>, un ragazzo fu subito elevato da una forza divina in aria. La paura del popolo raddoppiò avanti a questo nuovo prodigio e tutti gridarono per un lungo momento: << Signore abbi pietà! >>. Il ragazzo discese allora dal cielo e una voce potente dichiarò che egli era stato trasportato tra i cori Angelici e li aveva ascoltati con le proprie orecchie intonare il Trisaghion senza l’aggiunta eretica. Accompagnato da queste parole pronunciate e la santa fede ortodossa così confermata da una testimonianza celeste, il ragazzo rimise la sua anima tra le mani di Dio ed il terremoto cessò.
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