Santi Crisanto e Daria, sposi, Claudio tribuno, Ilaria sua sposa con i loro figli Mauro e Giasone ed ancora con il prete Diodoro e il diacono Mariano e tanti altri cristiani uccisi per la loro fede a Roma sotto Numeriano (verso il 283)
Tratto dal quotidiano Avvenire
Crisanto figlio di un certo Polemio, di origine alessandrina, venne a Roma per studiare filosofia al tempo dell'imperatore Numeriano (283-284), qui ebbe l'occasione di conoscere il presbitero Carpoforo e si fece battezzare. Il padre Polemio cercò in tutti i modi di farlo tornare al culto degli dei, si servì anche di alcune donne e specialmente della bella vestale Daria. Ma Crisanto riuscì a convertire Daria e di comune accordo, simulando il matrimonio, poterono essere lasciati liberi di predicare, convertendo molti altri romani al Cristianesimo. La cosa non passò inosservata, scoperti furono infine accusati al prefetto Celerino, il quale li affidò al tribuno Claudio, che però si convertì insieme alla moglie Ilaria, i due figli Giasone e Mauro, alcuni parenti ed amici e i settanta soldati della guarnigione, che aveva in custodia gli arrestati. Scoperti, vennero tutti condannati a morte dallo stesso imperatore Numeriano. Crisanto e Daria furono condotti sulla Via Salaria, gettati in una fossa e sepolti vivi
Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/92161 I due santi patroni della città di Reggio Emilia vissero e morirono nel III secolo, l’anno del martirio si suppone fosse il 283; sono ricordati singolarmente o in coppia in svariati giorni dell’anno secondo i vari Martirologi e Sinassari, mentre il famoso Calendario Marmoreo di Napoli e per ultimo il Martirologio Romano, li ricordano il 25 ottobre. Altre città rivendicano il possesso di reliquie come Oria (Brindisi), Salisburgo, Vienna, Napoli.
Tratto da http://www.calendariobizantino.it/calendario-4.69807600.0.html
San Crisanto, figlio di un senatore pagano, nacque ad Alessandria d'Egitto. Affinché studiasse, il padre lo mandò a Roma, dove Crisanto conobbe un vescovo che lo convertì e istruì alla fede cristiana. Quando suo padre lo scoprì, lo fece rinchiudere in carcere nella speranza che abbandonasse Cristo, ma vedendo che il figlio restava fermo nelle sue posizioni, comandò che Daria, giovane e bella filosofa di Atene di fede pagana, fosse condotta a Roma, l'uomo infatti sperava che il figlio, innamorandosi e sposando la fanciulla, si sarebbe allontanato dalla fede in Cristo, ma le cose andarono in modo diverso: fu Crisanto a convertire Daria e, simulando con lei il matrimonio, riuscirono liberamente a predicare e convertire molte persone. Quando furono scoperti, però, vennero sepolti vivi in un pozzo di fango, diventando in questo modo martiri della fede, nell'anno 283, durante il regno di Numeriano.
Tratto da http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2015/10/25/SANTI-CRISANTO-E-DARIA-Santo-del-giorno-il-25-ottobre-si-celebrano-i-Santi-Crisanto-e-Daria/648896/ San Crisanto (o Crisante) era figlio di un nobile pagano, il quale cercò di riportarlo al paganesimo in seguito alla sua conversione alla fede cristiana, avvenuta a Roma con l'aiuto del prete Carpoforo. Per riuscirci, il padre mandò a San Crisanto una bellissima vestale, San Daria, la quale però si convertì a sua volta e decise di rimanere con lui in una casta unione. Durante questo periodo, i due insieme riuscirono a convertire numerosi romani, tra cui Ilaria, Giasone, Mauro e Claudio (quest'ultimo era proprio il tribuno incaricato di custodire i due ragazzi in arresto, successivamente ucciso a sua volta insieme alla moglie e ai figli), prima di essere uccisi come martiri durante l'impero di Numeriano. Dal momento che la credenza pagana impediva di versare il sangue di una vestale, per non scatenare l'ira degli dèi, Daria e Crisanto vennero sepolti vivi intorno al 283 d.C. Alcune recenti indagini scientifiche hanno confermato questa tradizione , dal momento che i corpi identificati appartengono a due ragazzi sui quali non ci sono segni di violenza, dunque la causa della morte è compatibile con la storia agiografica; l'analisi ha rilevato una elevata presenza di piombo ad indicare l'appartenenza dei due ad una classe sociale agiata, dal momento che solo questa parte di popolazione aveva accesso all'acqua corrente in casa, trasportata appunto in tubi di piombo. La tradizione vuole che nel corso dei secoli siano state effettuate tre traslazioni delle reliquie dei Santi, durante le quali sarebbero state portate in tre chiese romane e da qui in altri centri religiosi d'Europa e d'Italia; La loro memoria è stata tramandata fin dai primi secoli, durante i quali è tratta l'iconografia tradizionale che li vuole raffigurati in abiti bianchi secolari; di loro si trova testimonianza negli antichissimi Martirologi della Chiesa, nonché nei mosaici di Sant'Apollinare a Ravenna e nelle notizie storiche di San Gregorio di Tour, vescovo francese vissuto nel VI secolo. |