Andrea l’Avvà – martedì di Pasqua Di lui, messinese, si hanno poche notizie: si sa che fu avvà nella Laura di Raithò (El Tor). Egli stesso raccontò che, quando era giovane monaco, aveva lasciato Raithò e con il suo padre spirituale si era trasferito presso un ghèron della Palestina. Questo ghèron aveva in tutto una moneta e, avendo dimenticato dove l’aveva riposta, accusava il giovane messinese d’averla rubata. Andrea corse allora a vendere il suo pallio, la veste, e portò una moneta al ghèron, dicendo: “Prendi ciò che ti ho rubato”. Ma il ghèron - che intanto aveva ritrovato ciò che aveva perduto, ed era afflitto per l’ingiusta accusa – rispose: “Tieniti tu, invece, la moneta: il ladro sono stato io!” Un giorno un monaco si recò al Monte Mirabile, presso Antiochia, per supplicare san Simeone lo Stilita [521\92] di essere liberato dal demonio che lo tormentava. Giunto ai piedi dell’alta colonna su cui viveva il santo, questi gli disse: “Mi meraviglio che tu abbia fatto tanta strada per venire a trovare un peccatore come me! Vai a Raithò, e fatti guarire dall’avvà Andrea”. Il poveretto andò a Raithò, e appena l’avvà Andrea lo vide arrivare, gli disse: “Mi meraviglio che tu abbia fatto tanta strada per venire a trovare un peccatore come me! Ti ha già guarito Simeone!”, e quello si trovò subito sanato.
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