LA GENESI COMMENTATA DAI SANTI PADRI DELLA CHIESA (CAPITOLO XXXIX) Elaborato scritto per il corso
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CAPITOLO 39 Primi successi, la tentazione e l'incarcerazione di Giuseppe (39, 1-23) Giuseppe può essere considerato sia l’inizio che la fine della benedizione inviata da Dio alla casa egiziana. La grazia con cui era ricolmo si riversò anche sui suoi affari e lo rese libero nella sua umiliazione[1]. Pur essendo un giovane di bell’aspetto Giuseppe era timorato di Dio e capì che non poteva peccare contro di Lui e fare torto al suo padrone[2]. Fuggendo dall'egiziana che da padrona diventò la schiava delle sue passioni, Giuseppe “si spogliò piuttosto che diventare nudo”, mantenendo “incorrotti gli abiti della virtù”[3]. Rappresentando le sofferenze di Cristo Giuseppe fu imprigionato. “L'uomo innocente è guidato fra i colpevoli dalla sapienza di Dio”[4]. “Ma quando la mano destra dall'alto rivela il suo volere, allora tutto diventa facile e tollerabile e le persone crudeli si rivelano le più miti”[5]. |